MARVELIT

PRESENTA

Di

Carmelo Mobilia, Igor Della Libera & Carlo Monni
e con il contributo di Mickey

 

TERRE PROMESSE E ALTRE UTOPIE

PARTE SECONDA

 

La risposta dei Vendicatori

 

 

# 40

 

ATTENZIONE: CONTINUA DA GLI INCREDIBILI X-MEN 38!

 

 

Downtown Los Angeles.

 

L’uomo era alto e muscoloso, molto muscoloso. Aveva capelli biondi tagliati alla marine ed occhi azzurri freddi come il ghiaccio. Stava facendo la sua solita sessione di allenamenti mattutini prima di fare colazione e andare al lavoro.

Sdraiato sul pavimento della sua camera da letto era impegnato nel sollevamento pesi ed intanto ascoltava il notiziario da una vicina TV. Improvvisamente la sua attenzione fu attratta dalle parole della cronista e poi dalle immagini sullo schermo.

<<L’irruzione del noto terrorista mutante Magneto nel palazzo dell’Assemblea delle Nazioni Unite durante la sua seduta di ieri continua a far discutere. Come ricorderete, Magneto si è presentato non invitato alla seduta pretendendo di essere reinstallato come governante di Genosha, posizione da cui era stato rimosso poco più di un anno fa su risoluzione unanime del Consiglio di Sicurezza. Il sequestro dei delegati delle oltre 200 nazioni affiliate alle Nazioni Unite è terminato grazie all’intervento dei Vendicatori e degli X-Men che però non sono riusciti ad impedire che Magneto ed i suoi alleati riuscissero a fuggire.[1]. L’ufficio Stampa della Casa Bianca ha rilasciato una dichiarazione in cui si rileva come le Nazioni Unite si siano dimostrate incapaci di garantire la sicurezza dei propri edifici, del personale e dei diplomatici. In un tweet il Presidente ha chiesto cosa ha fatto il tanto vantato S.H.I.E.L.D. in questa circostanza? Successivamente ha ribadito che gli Stati Uniti prenderanno tutte le misure necessarie a neutralizzare la minaccia di Magneto. Intervistata dalla nostra inviata Gayle Rogers, la Governatrice Generale di Genosha per conto delle Nazioni Unite Dottoressa Alda Huxley ha dichiarato:

“I cittadini di Genosha non si piegheranno mai al diktat di Magneto e resisteranno con ogni mezzo ad ogni tentativo di restaurare la sua dittatura sull’isola.”

Nel frattempo la domanda sulla bocca di tutti è: dov’è Magneto?>>

L’uomo biondo interruppe l’allenamento e fissò la TV con uno sguardo preoccupato.

Il nome con cui si faceva chiamare era Jack Daniels ed era un agente del F.B.S.A. ma il suo vero nome, ed erano in pochi a saperlo, era John Walker ed era anche il Vendicatore noto come USAgent. Non aveva bisogno del suo istinto per sapere che con Magneto di nuovo in azione non sarebbero mancati i guai.

 

Los Angeles International Airport, California

 

La bellissima donna bionda che attendeva il suo bagaglio era ufficialmente una disoccupata; da quando il nuovo presidente s’era insediato alla Casa Bianca e lo staff presidenziale era cambiato, Valerie Cooper aveva liberato il suo ufficio e aveva preso il primo volo per la California.

Non sapeva ancora cosa avrebbe fatto, di cosa si sarebbe occupata... certo, le offerte non le mancavano, ma quello che voleva adesso, la sua priorità era prendersi un meritato riposo e passare un po’ di tempo col suo fidanzato, dopo mesi passati a mantenere una relazione a distanza.

Il suo uomo l’attendeva all’uscita degli arrivi nazionali, con un mazzo di rose rosse.

Appena lo vide, Val sorrise. John Walker era un duro, un uomo forte, ma anche molto sensibile totalmente impacciato con le donne, cosa che a lei piaceva moltissimo.

Si abbracciarono e si baciarono come fanno solo le coppie che si amano e che sono costrette a stare lontane.

<Sono felice che tu sia qui.> le disse lui.

<E stavolta sono qui per restare...> le rispose lei, dandogli un altro bacio.

La coppia poi salì a bordo del SUV nero di lui.

<Hai sentito di Genosha?> chiese lei.

<Parli della faccenda di Magneto, ovviamente...>

<E di chi altro? Quel paese è sempre stato sul punto di esplodere. Ne abbiamo parlato spesso, sul fronte della politica internazionale. Il presidente una volta mi disse che...>

<No Val, no. Non devi preoccupartene. Non è più un problema tuo. Non lasciarti affliggere da questa situazione. Adesso devi solo pensare a te stessa, a rilassarti. Lascia che di queste questioni se ne preoccupi chi di dovere.>

<Sì... sì, hai ragione John. Non ne parliamo più...> ma lo sguardo nei suoi occhi faceva intendere che su quella questione non aveva esaurito gli argomenti.

 

Quartier Generale dei Vendicatori Costa Ovest , Penisola di Palos Verdes.

 

Calabrone era in collegamento video con il suo collega della costa Est, Iron Man.

Argomento della discussione, manco a dirlo, Magneto e la crisi di Genosha.

<Come la vedi, Testa di Ferro? È davvero così nera come la dipingono i notiziari?>

<<Temo di sì, Hank. Abbiamo già avuto a che fare con Magneto, sappiamo che non è tipo da fare minacce a vuoto.>>

<Come l’hanno presa Pietro, Wanda e Lorna?>

<<Eh come puoi immaginare, Wanda cerca di nascondere la preoccupazione mantenendo un certo autocontrollo. Lorna è meno diplomatica. Pietro beh... sai com’è fatto. È pieno di rabbia. È sul punto di esplodere.>>

<Lo capisco. Inoltre anche Genosha deve portagli dei brutti ricordi. Tu all’epoca eri... indisposto, ma qualche anno fa [2] un pazzo di nome Fabian Cortez rapì sua figlia Luna e andò a nascondersi proprio lì.>

<<Sì, Rhodey me ne ha parlato. E anche Clint. Adesso temo che la situazione possa addirittura...>>

Il Vendicatore corazzato interruppe la conversazione, perché entrambi i Vendicatori vennero contattati contemporaneamente da Everett K. Ross il rappresentante americano nel comitato di controllo dell’ONU sui Vendicatori, il quale richiedeva la presenza di entrambi i gruppi a New York.

<Come temevamo, le cose stanno precipitando, se vogliono vederci tutti. Ci vediamo lì a New York.>

<<Metto in allerta la squadra. Chiudo.>>

Hank uscì dal laboratorio; non appena mise un piede fuori, trovò sull’uscio il neo (e riluttante) Vendicatore Sole Ardente che lo stava aspettando.

<Dottor Pym. Sono stato contattato da alcuni rappresentati del mio governo. Mi hanno aggiornato sulla situazione a Genosha. Cosa intendono fare i Vendicatori? Io non me ne starò a guardare! Se pensate di farvi da parte, io...>

<No Shiro, affatto. Ho appena parlato con l’ONU, dobbiamo volare a New York. Ci vogliono lì proprio per ragguagliarci sulla situazione. Avvisa gli altri, partiamo subito.>

<Ai.> si limitò a rispondere il mutante giapponese.

Pym stava per andare verso la sala riunioni, quando si voltò e si rivolse nuovamente al suo compagno asiatico:

<Ah senti Shiro...>

<Che cosa c’è?>

<In che rapporti sei rimasto con gli X-Men?>

 

Istituto Xavier per un'Istruzione Superiore, Contea di Westchester, Stato di New York

 

<Certo signore. Le garantisco che tutti gli X-Men saranno presenti. Chiudo.> disse Ciclope.

Ci fu un lungo minuto di silenzio, interrotto bruscamente da Wolverine.

<”Certamente signore. Certo signore. Ci saremo”.  Ehi Slim, non ce la fai proprio a non fare il bravo soldatino eh?> lo schernì Wolverine.

<Piantala Logan> lo riprese Bestia < Se l’ONU ci vuole vedere tutti vuol dire che è una cosa molto seria.>

<E che non lo so?> rispose il canadese, tirando fuori un sigaro <Quando c’è di mezzo quel bastardo di Magneto sono sempre cazzi amari. Quando mi darete retta e passeremo a rimedi più...>

SNIKT! Estrasse uno dei suoi artigli di adamantio.

<... definitivi?>

<Dacci un taglio Logan> disse Ciclope <e se devi fumare quella schifezza esci fuori, ci sono i ragazzi.>

Wolverine abbozzò un sorriso sarcastico e lasciò la stanza. Ciclope e Bestia rimasero da soli.

<Vuoi che avverta io la squadra di Warren e Jean?> domandò l’irsuto mutante.

Scott si prese qualche istante prima di rispondergli.

<No... no, ci penso io. Prepara il Blackbird e avvisa il resto della squadra.>

 

Prigione di Supermassima Sicurezza per Superumani Molto Pericolosi “Raft”

 

Solo pochi minuti prima Victor Creed, meglio conosciuto come Sabretooth, aveva ricevuto nella sua cella di questo carcere federale molto speciale una visita dall'affascinante avvocatessa Evangeline Whedon, inviata da un'associazione che tutela i diritti dei mutanti.

Improvvisamente la giovane donna gli aveva chiesto di ferirla leggermente. Per quanto fosse perplesso Sabretooth aveva fatto come lei voleva. [3]

Il sangue spillò dal collo della giovane donna che sotto gli occhi stupiti di Sabretooth si trasformò rapidamente in un gigantesco dragone rosso, troppo grosso per la piccola stanza le cui pareti e soffitto non ressero alla pressione.

La porta e le pareti della cella collassarono addosso ai due Guardiani, membri della speciale divisione di polizia penitenziaria federale che si occupava della detenzione di superumani alla Volta e al neonato Raft e che era dotata di armature progettate da Tony Stark e realizzate dalla Stark-Fujikawa. Erano rimasti fuori dalla stanza durante il colloquio tra Sabretooth e la sua avvocatessa ed il crollo aveva impedito una loro pronta reazione.

Sabretooth, dal canto suo, emerse dalle macerie apparentemente senza un graffio.

<Tu !> esclamò rivolto al drago che era stato una ragazza <Tu sei...>

<Una mutante come te ma non è il momento di parlarne adesso.> rispose lei con voce tonante <Sono qui su incarico di Magneto per farti fuggire.>

<Magneto? Che vuole da me?>

<Le spiegazioni a dopo. Decidi ora: vieni oppure no?>

<Che razza di domande, certo che vengo.->ribatte Victor Creed.

<Saltami in groppa allora .>

Un altro uomo avrebbe esitato ma non il mutante ferino che fece immediatamente quel che gli era stato chiesto.

Il drago rosso puntò il muso verso l'alto e dalla sua bocca uscì' una fiammata che distrusse quel che rimaneva del soffitto. I raggi repulsori sparati contro di lei non intaccarono la sua pelle scagliosa.

<Questa stanza era predisposta per trattenere te, non una come me.> disse Evangeline spiccando il volo con Sabretooth in groppa.

Attraversò diversi livelli prima dì sbucare in superficie.

<Anche i Guardiani non si aspettavano me. La prossima volta saranno pronti ma non ci sarà una prossima volta.>

Il dragone volò sempre più lontano verso ovest, troppo veloce per gli inseguitori.

 

Quartier Generale delle Nazioni Unite, New York,

 

Le sedute del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono pubbliche ma è solo facciata. Le vere decisioni vengono prese in incontri informali dietro le quinte. La seduta di quel giorno non faceva eccezione. Quelle che un tempo venivano definite le Grandi Potenze, ovvero i cinque membri permanenti del Consiglio, il cui voto contrario avrebbe impedito l’adozione di qualunque risoluzione, erano insolitamente sulla stessa lunghezza d’onda.

La Rappresentante americana fu risoluta nell’affermare che la nazione che rappresentava non avrebbe mai ceduto a nessuna minaccia da parte di chiunque.

Il Rappresentante russo ricordò a tutti come qualche anno prima Magneto avesse affondato un sottomarino nucleare della sua nazione provocando la morte dell’intero equipaggio. [4]. I familiari delle vittime non avrebbero mai tollerato che il loro governo accettasse un ultimatum di quel criminale.

Il Rappresentante cinese disse semplicemente che poco più di un anno prima il Consiglio aveva votato all’unanimità per estromettere Magneto dal governo di Genosha. Cos’era cambiato da allora per rovesciare quella decisione?

Il Rappresentante francese fece presente ai colleghi che l’Assemblea Generale, riunitasi subito dopo l’irruzione di Magneto, aveva deciso di raccomandare al Consiglio di respingere l’ultimatum ed adottare severe misure contro il supercriminale e tutti i suoi alleati. La decisione era stata presa a larga maggioranza. Tra i pochi astenuti la delegata israeliana, l’Ambasciatrice Gabrielle Haller. Il Consiglio non poteva ignorare questa raccomandazione.

Il Rappresentante britannico convenne che non si poteva cedere ad un simile ultimatum.

Le posizioni furono ripetute nella seduta pubblica trasmessa per l’occasione in diretta dalle principali reti televisive di tutto il Mondo.

Il Consiglio votò e successivamente annunciò una risoluzione con cui respingeva l’ultimatum di Magneto ed affidava allo SHIELD ed ai gruppi di supereroi riconosciuti dalle Nazioni Unite il compito di assicurare Magneto alla giustizia internazionale.

Ogni spazio di compromesso era chiuso.

Seduta tra gli invitati, la Dottoressa Alda Huxley, Governatrice Generale di Genosha su mandato delle Nazioni Unite, era decisamente soddisfatta: adesso Magneto era ufficialmente l’aggressore e lei avrebbe mano libera a Genosha.  Il suo piano per diventare la Presidente di Genosha alle imminenti elezioni stava andando come previsto e la cosa divertente era che i cosiddetti supereroi le avrebbero dato inconsapevolmente una mano.

 

Covo segreto di Magneto

 

Magneto, Emma  Frost e altri seguivano l'esito del voto su uno schermo panoramico. 

Il leader della Confraternita, ancora dolorante per la ferita alla spalla [5] non commentava, ma l’espressione cupa sul suo volto parlava chiaro.

<È andata esattamente come immaginavo.> commentò Emma <Non dirmi che ti aspettavi davvero un esito diverso, Eric?>

<Ho voluto offrire loro la possibilità di risolvere tutto pacificamente ma non hanno voluto ascoltarmi.> replicò Magneto <Se non hanno voluto ascoltare la voce della ragione, dovranno ascoltare quella della forza.>

Il Signore del magnetismo chiamò da parte uno dei suoi fedeli.

<Exodus.>

<Sono qui.>

<Voglio che raduni gli altri. Ho un compito per voi.>

<Cos’hai in mente?>

<Una dimostrazione di forza. Mostrare a quei miseri homo sapiens quello che siamo disposti a fare, fin dove possiamo spingerci. Voglio che il mondo si tremi davanti al nostro potere, come legge di natura vuole.>

Dopo aver ricevuto le dovute istruzioni Exodus lasciò la stanza.

Emma Frost si alzò dalla poltrona, continuando a sorseggiare il suo flute di champagne, si avvicinò a Magneto e telepaticamente gli mormorò:

>>Sei sicuro che sia una buona idea affidare un lavoro di questa portata ad uno come Exodus? Tende ad essere... incontrollabile.<<

<Exodus ha la mia fiducia. Ha il potere giusto per il lavoro che ho in mente.>

>> Lo sai, vero, che posso leggerti nella mente?<<

Magneto non rispose. Poi sospirò e disse:

<Chiama Raven. Può esserci utile.>

Qualcuno si allontanò con discrezione dalla sala e raggiunto il proprio alloggio, dopo essersi assicurato che le schermature che aveva predisposto fossero attive, comunicò con l’esterno:

<Ho delle novità interessanti.> disse.

<<Ottimo. Aiuteremo Magneto ad incastrarsi con le sue stesse mani.>> replicò la persona dall’altra parte e fece un sorriso soddisfatto.

 

Quartier Generale delle Nazioni Unite, New York,

 

Raramente queste sale avevano visto così tanti supereroi tutti assieme: ben due squadre di Vendicatori e due di X-Men per un totale di 33 persone dai costumi variopinti.

La maggior parte dei membri dei due team rimase fuori dalla sala delle conferenze; in rappresentanza dei quattro supergruppi vi erano per i Vendicatori Costa Ovest: Henry Pym, leader e fondatore del gruppo, U.S.Agent, in qualità anche di rappresentante del governo degli Stati Uniti e Sole Ardente, anche come ambasciatore del Giappone. Per gli Est, invece, Iron Man, Capitan America  e Occhio di Falco.

Per le due squadre mutanti, invece, fu facile scegliere chi li doveva rappresentare: Ciclope e Bestia, Arcangelo, Havok e Jean Grey, quattro dei cinque della formazione originale di Xavier.

Nella sala erano presenti: la Sottosegretaria Helaine Rochelle del dipartimento di peacekeepinng e i cinque membri del comitato di controllo del Consiglio di Sicurezza sulle squadre superumane e sullo SHIELD, uno per ciascuno dei cinque membri permanenti del Consiglio. Per gli Stati Uniti c’era Everett K. Ross.  In un angolo era seduto un cupo Nick Fury.

Dopo le consuete presentazioni d’etichetta, a prendere la parola fu la sottosegretaria Helaine Rochelle:

<Come sapete la situazione è grave, anzi gravissima. Le Nazioni Unite non possono permettersi di trattare con un terrorista.>

<<Non mi aspettavo altra risposta>> disse Iron Man <<Con tutto il rispetto, signori, ho sempre pensato che già l’idea di affidare Genosha a Magneto fosse pessima e ne abbiamo visto le conseguenze.>>

<Come diceva Steve McQueen ne “I magnifici sette”, sembrava una buona idea al momento.> commentò Everett K. Ross attirandosi le occhiatacce dei presenti.

Fu ancora Helaine Rochelle a prendere la parola:

<Vogliamo il vostro aiuto per fermare Magneto ed i suoi accoliti, ma suppongo che l’aveste già capito.>

<Noi X-Men non ci tireremo indietro.> replicò Ciclope <So di parlare a nome di tutti i miei compagni quando dico che è nostro interesse che l’opinione pubblica non pensi che tutti i mutanti siano pericolosi terroristi.>

<Nessuno qui lo pensa.>

<Me lo auguro davvero> osservò Occhio di Falco, alludendo al fatto di non credere in quell’affermazione.

<Allora siamo tutti d’accordo.> disse Calabrone.

<Avremo un mandato ufficiale?> chiese Arcangelo.

<La risoluzione del Consiglio di Sicurezza ve ne affida uno molto ampio. Sta a voi farne buon uso.> concluse la Sottosegretaria Rochelle.

 

Quando la delegazione dei due supergruppi, uscì dalla sala, fu subito circondata dal resto dei membri decisamente curiosi

<Allora, che vi hanno detto?> chiese Tigra.

<Dovremo prendere Magneto vivo o morto, tutto qui.> rispose USAgent.

<Semplice e diretto, senza giri di parole, eh? Mi piace come ragioni, testa alata.> commentò Wolverine con un sogghigno.

<Io preferirei catturarlo e portarlo davanti alla Corte Penale Internazionale.> replicò Capitan America, che nella sua identità segreta era Elizabeth Mace, avvocato e agente segreto militare.

<Stia tranquilla, Capitano.> intervenne Arcangelo <Nessuno di noi vuole davvero uccidere nessuno nonostante le bollenti dichiarazioni di qualcuno di noi.>

<Parla per te, cocco.> ribatté ancora Logan <La mia filosofia è semplice: se qualcuno cerca di farmi fuori, io rispondo con questi.>

Con un secco SNIKT sfoderò i suoi artigli

Ciclope si era allontanato ed era pensieroso. Non era solo la questione di Magneto ad impensierirlo. Rivedere Jean dopo il loro divorzio gli faceva sempre quell’effetto: un misto di malinconia e rimpianto.

<Scusa Ciclope, posso parlarti un attimo?>

A parlare era stato un giovanotto dall’aria familiare.

<Ti ricordi di me?> gli chiese <Sono  Phillip Moreau.>

<Ma certo!> ribatté Scott Summers <Sei il figlio del Geningengnere di Genosha all'epoca del governo di apartheid poi sei diventato leader della resistenza, membro del governo provvisorio e poi…>

<E poi sono entrato nel governo di Magneto in quota umani, possiamo dire. Dopo la caduta di Magneto la Huxley mi ha estromesso. Per lei sono una specie di collaborazionista. Quella donna è decisamente ambiziosa e spietata, ma non è per parlare di lei che sono qui. Ti ricordi di Jenny Ransome, la mia ragazza?>

<Era la figlia di un pezzo grosso del governo razzista dell’epoca ma quando le analisi genetiche provarono che era una mutante latente, suo padre non esitò a consegnarla al tuo per mutarla in una schiava al servizio di Magneto.>

<Ha deciso di unirsi alla nuova Confraternita di Magneto e visto che ero contrario, mi ha lasciato. Sono preoccupato per lei.>

<Capisco, credimi. Tuttavia Jenny è una donna adulta e bisogna rispettarne le scelte.>

<Ma se scoppia la guerra tra umani e mutanti...>

<Non scoppierà. Magneto non rappresenta tutti i mutanti e noi… i Vendicatori e gli X-Men, lo fermeremo prima che accada il peggio.>

Scott avrebbe voluto essere così fiducioso come sembrava, ma in realtà temeva che il peggio sarebbe arrivato molto presto.

 

Un piccolo atollo nell’Oceano Pacifico non lontano dalle Hawaii

 

Il drago rosso atterrò sulla spiaggia e si rivolse a Sabretooth:

<Scendi.>

Victor Creed balzò agilmente a terra e chiese :

<Perché ci siamo fermati? Gli sbirri ci staranno ancora alle costole e non siamo abbastanza lontani.

<Ho dei limiti. Non posso volare tanto a lungo, devo fermarmi.> spiegò Evangeline.

Iniziò a trasformarsi lentamente nella sua forma umana e naturalmente era senza vestiti.

<La situazione ha i suoi lati piacevoli.> commentò Sabretooth con sogghigno a metà tra il divertito ed il maligno.

<Mi avevano avvertito che eri un porco, Creed.> replicò seccamente la giovane donna <Passami la tua camicia per favore.>

Creed rise poi disse:

<Perché no? Tieni.>

Si sfilò il camiciotto arancione e lo porse ad Evangeline che si affrettò ad indossarlo. Era più che sufficiente a coprirla quanto bastava, visto il suo fisico minuto.

<E ora che facciamo?> chiese ancora Sabretooth.

<Aspettiamo.> rispose l’avvocatessa <Stanno venendo a prenderci.>

<Gli Accoliti di Magneto, giusto ? E così sei una di loro. Che sei una mutante, me lo hai già detto.>

<Esatto. In presenza di sangue mi trasformo… beh hai visto in cosa. Un segreto che serbo gelosamente.>

<Hai mandato all’aria la tua copertura per me? Sono colpito.>

Fu il turno di Evangeline di ridere mentre replicava:

<Non ho mandato all’aria nulla. Quando i federali verranno a cercarmi, scopriranno che l’Avvocato Evangeline Whedon non si è mai mossa da Tampa dove si sta godendo un po’ di meritati giorni di vacanza dopo un processo impegnativo e ci saranno decine di testimoni attendibilissimi a confermarlo.>

<Ma come…?> un lampo di comprensione apparve sul volto di Sabretooth <Ma certo, è ovvio. Bell’idea. Chissà se è di Magneto o di Raven? In fondo non m’importa. Dovremo aspettare ancora per molto i tuoi amici?>

Evangeline indicò un velivolo appena visibile all’orizzonte e rispose:

<Stanno arrivando.>

 

Su un Quinjet in volo sull’oceano.

 

Da quando il Quinjet si era alzato in volo e aveva iniziato il suo viaggio di ritorno verso la costa ovest, nessuno dei Vendicatori aveva detto una parola. Pym li aveva ragguagliati sulle decisioni prese e poi si era messo alla guida dell'aereo con al fianco USAgent. Nova il più giovane e uno degli ultimi arrivati cercò di spezzare quel silenzio:

<Non sono mai stato bravo in storia ecco perché mi son fatto fare i compiti dall'intelligenza artificiale Xandariana. Il tema era “Magneto contro il mondo e causa mutante”. Alla fine ci ho capito ancor meno di prima e allora ho chiesto al computer una sua analisi. >

Pym ascoltava con attenzione e ammise:

<Interessante anche perché il tuo non è un semplice computer. È una banca dati tra le più complete visto che contiene le informazioni di varie generazioni di Nova Corps.>

Nova disse:

<Metto il computer in viva voce così lo sentirete tutti.>

Passò un attimo di assoluto silenzio e poi la A.I. nell'elmo con tono monocorde spiegò il suo freddo e calcolato punto di vista:

<<Ho svolto diverse comparazioni con altri conflitti di natura razziale, ho cercato punti di contatto e differenze e sono giunto a questa conclusione. La causa dell'Homo Superior che muove Magneto e i mutanti non è una manifestazione di potere come può sembrare, ma è un atto di difesa. Vogliono appartenere a qualcosa che sia solo loro. Una sorta di rifugio. Genosha era la rappresentazione di questa esigenza. È stata tolta e adesso loro si sentono esposti. >>

Sole Ardente si girò verso Nova.

<L'elmetto di Nova ha detto una cosa giusta. Io sono un mutante ma uno che non ha mai sentito questa forte appartenenza. Da giapponese ho altri valori. Alla fine io sono stato in una delle prime formazioni degli uomini X, reclutato da Xavier. Mi fu subito chiaro che non era un'alleanza destinata a durare, perché il mio obbligo non è verso il mio gene x ma verso il mio paese. È sempre stato così e sempre sarà.>

USAgent annui a quelle parole, ma poi ne aggiunse di amare e pesanti.

<Il talk show va bene fino a quando non ci troveremo a combattere poi voglio vedere se tratteremo i mutanti come gente in cerca di una casa o come nemici della nostra di casa. Non voglio passare per il razzista del Sud, dico solo che hanno scelto loro questa strada.>

She-Hulk sbuffò.

<Lo so che un po' ti si sono rizzate le alette all'idea di un bello scontro.>

USAgent non replicò alla battuta.

Thunderstrike stava per parlare quando sentì la mano di Aracne afferrare la sua. Si guardarono ed Eric capì che quello che aveva pensato era lo stesso della Donna Ragno. Era quello il mondo dove avrebbero cresciuto i loro figli?

Nova provò ad alleviare la tensione che era cresciuta in fretta.

<Comunque se non ci fosse stata di mezzo una guerra quasi mondiale, avrei raccolto dei selfie con le X-girls. Potevamo fare dei gruppi misti, X e A. Sarei andato volentieri in battaglia con Psylocke.>

Nova si trovò addosso diversi sguardi. Alcuni apprezzarono il suo tentativo, altri meno e Tigra scoppiò in una risata.

<Hai visto She-Hulk? Il ragazzino ci ha già sostituite nei suoi sogni erotici con le mutanti. Ha gli ormoni volubili. Apprezzo quello che stai cercando di fare Nova e solo il cielo sa quanto avremmo bisogno di un po' di leggerezza nelle nostre vite.>

Uno degli schermi si accese all'improvviso e comparve il volto teso di uno dei coordinatori della missione contro Magneto. Si capiva dallo sguardo e da come malamente nascondesse il fazzolettino per asciugarsi il sudore che non portava buone notizie.

<<Vendicatori, è richiesto il vostro aiuto. Il criminale mutante noto come Sabretooth è evaso dalla prigione per super umani Raft. Abbiamo motivi di sospettare che vista la situazione con Magneto non sia affatto una coincidenza e che la fuga del mutante rientri nel piano del nostro nemico. Dovete catturare Sabretooth e chiunque della Confraternita dei mutanti malvagi l'abbia aiutato. Possiamo ricavare da lui utili informazioni. Ho contattato voi perché stando all'ultima segnalazione è stato visto in mezzo all'oceano pacifico e siete i più vicini. Vi mando le coordinate precise e le informazioni raccolte sull'evasione.>>

Chiuse la comunicazione come l'aveva aperta, in modo improvviso. 

She-Hulk constatò con ironia e amarezza.

<Non hanno fatto in tempo ad inaugurare il nuovo Raft che devono già segnare sul calendario la prima evasione. Le prigioni per super umani hanno questa spiacevole abitudine, ma qui credo che siamo di fronte ad un record.>

USAgent stava leggendo la dinamica dell'evasione del mutante artigliato. Gli scapparono poche parole.

<È scappato a cavallo di un fottuto drago rosso gigante... questa non me l'aspettavo proprio.>

Il Quinjet cambiò rotta seguendo quella nuova impostata da Pym e sfrecciò veloce verso il punto nell'oceano che lampeggiava sul radar.

I motori a propulsione permisero ai Vendicatori di arrivare nella zona dell'avvistamento di Sabretooth velocemente e poco prima che la vedessero dal loro jet, la superficie dell'isola era già comparsa sugli schermi e coincideva perfettamente con le loro coordinate.

USAgent non resistette e diede ordini precisi.

<Sole Ardente, Thunderstrike, voi vi occuperete di una prima ricognizione trovando un punto dove possiamo atterrare, una zona tranquilla. Non possiamo sapere quali mutanti della lunga lista della confraternita siano insieme a lui.>

Lo sportello si aprì automaticamente per farli uscire.

Thunderstrike roteò la sua mazza creando delle correnti di vento per scendere a terra, Sole Ardente invece infiammò i suoi guanti pronto al volo.

Fu a quel punto che davanti al Quinjet si materializzò un uomo dai capelli lunghi e neri e la pelle rossa come il fuoco fermo a mezz’aria col mantello svolazzante. Quelli del gruppo che avevano già avuto a che fare con lui in passato lo riconobbero subito.

-Exodus!- esclamò Calabrone.

Il mutante in questione li fissò mentre i suoi occhi si illuminavano, poi, com’era apparso così scomparve e subito dopo davanti al Quinjet apparve un grande uccello di fuoco con gli artigli bollenti.

Pym fu costretto ad una manovra veloce per evitare di venire colpiti da quella manifestazione improvvisa e Sole Ardente, lanciato in volo, andò ad intercettare il mostro infuocato.

Le fiamme ovviamente non lo impensierivano minimamente e gli si scagliò contro, trafiggendolo con dei colpi che ne tagliarono le ali e il becco.

La fiamma scomparve del tutto e con il cielo libero Sole Ardente poté orientare lo sguardo verso il basso individuando il punto da cui era scaturito quel fuoco e vide il mutante australiano di nome Pyro.

Nel frattempo Calabrone tentava di mantenere in assetto il Quinjet.

<Tenetevi forte!> avvertì i suoi compagni <Ho provato ad evitarlo, ma prima che Sole Ardente lo impegnasse, quel mostro di fuoco ha preso uno dei motori, quindi preparatevi ad una brusca discesa...>

USAgent comunicò con Thunderstrike attraverso il portello ancora aperto:

<Thunderstrike, crea un vortice d’aria per farci da cuscinetto e rallentare la discesa.>

<D’accordo. Tenetevi forte allora, io...>

Nova lo interruppe:

<Aspetta, posso farlo io. Se inverto la polarità dei miei raggi, come mi sta consigliando il computer, riesco a creare una sorta di stabilizzatore.>

Senza dire altro il giovane vendicatore si buttò all'esterno. Puntò i suoi guanti contro il Quinjet. L'idea era quella giusta, e aveva l'energia per metterla in pratica.

<Vai così, ragazzo! Ehi Masterson, allora tu insegui quel kamikaze di Sole Ardente e coprigli le spalle. Si è buttato da solo in territorio ostile.>

<Ricevuto. Devo ammetterlo, USAgent: ti riesce bene dare ordini... ti stai divertendo, non è vero?> osservò Thunderstrike.

Lo Scudiero non rispose e continuò a guidare i movimenti dei suoi compagni.

Mancavano poche centinaia di metri e poi il Quinjet si sarebbe adagiato su una parte della spiaggia che guardava verso un bosco fitto ed era lambita dall'oceano che con la sua calma faceva da contrasto alle manovre concitate, all'attacco improvviso e adesso all'arrivo furente di Sole Ardente nella zona alberata.

Quando toccò terra in mezzo alla vegetazione sprigionò un colpo diretto nel punto in cui balenava ancora la fiamma che come una falena aveva seguito fino a lì incurante del fatto che fosse una trappola, sicuro di poter fronteggiare anche da solo un gruppo di mutanti malvagi.

Thunderstrike vide la fiammata prodotta dal compagno.

 

Aracne scese per ultima dal Quinjet e subito collegò il rumore di tuono nel cielo con l'intervento di Thunderstrike.

<È Eric. Devono aver trovato dei nemici...> osservò l’ex Donna Ragno.

Calabrone si guardò intorno.

<Non ha senso. Ci hanno attaccato in aria ma adesso che siamo sull'isola se ne stanno nascosti?>

USAgent non nascose il suo fastidio

<Non credo lo rimarranno per molto. >

Alle parole del capitano fecero eco quelle sferzanti di una voce femminile:

<Hai ragione.>

A parlare era stata l'avvocatessa Evangeline Whedon, che uscì tranquilla dalla boscaglia ancora vestita solo del camicione arancione di Sabretooth. In un altro momento sarebbe stata una vista piuttosto intrigante ma nessuno dei Vendicatori aveva la disposizione d’animo per certi pensieri.

<Non sapevamo chi aspettarci. I miei compagni scommettevano più in una delle tante formazioni X ma devo dire che i Vendicatori side B sono una gradita presenza. > disse ancora.

Calabrone la incalzò.

<La vostra causa perde di senso se per sostenerla fate evadere di prigione un assassino mercenario come Sabretooth. Lo dirò una volta sola, venite fuori e arrendetevi. Non fatevi trascinare all'inferno insieme a Magneto e ad Exodus.>

Evangeline smorzò una risata. Non era isterica o una reazione spaventata. Era la risata di una donna sicura di poter vincere quella battaglia.

<Basta così. Facciamo le presentazioni.>

I sensi animaleschi di Tigra l’avvisarono giusto in tempo per vedere Sabretooth che silenzioso aveva aggirato il Quinjet per arrivare alle spalle dei Vendicatori.

<State attenti!> gridò, e senza esitare balzò nella sua direzione e portò lo scontro sul tetto dell'aereo.

Calabrone iniziò a sparare i suoi raggi stordenti verso Evangeline ma di colpo dal nulla si materializzò il resto della sua squadra.

Bedlam agendo sui centri nervosi e ricettivi li aveva resi invisibili.

Frenzy dalla super forza fece da scudo all'avvocatessa che si lanciò contro USAgent.

Aracne evitò dei proiettili fatti di osso; a generarli era stata Marrow che adesso aveva strappato dalla sua schiena delle costole sporgenti trasformandole in corte spade.

She-Hulk placcò Frenzy mentre Nova si trovò smarrito di fronte alla sua avversaria.

Era una mutante in slip e top neri, la pelle a scaglie non la privava di una sensuale bellezza. Gli occhi magnetici si fissarono su Nova.

<E tu che potere avresti ragazza mutante? Devi essere particolarmente potente per resistere all'energia di un membro dei Nova Corps.>

Lei rispose facendo sibilare all'esterno delle labbra la lingua un poco biforcuta.

<Sono Stacy X e il problema non è quanto resisterò io a te ma quanto tu a me... o meglio quanto resisterai a te stesso, alla pressione dei tuoi desideri... visto la giovane età e il miscuglio delizioso di pulsioni che vedo nella tua testa... ho l'impressione che sei uno che non reggerà a lungo. >

USAgent abbassò lo scudo. Evangeline se l'aspettava.

<Sei proprio la persona che cercavo, un cavaliere con lo scudo. E sai perché volevo proprio te?

<Ho l'impressione che me lo dirai, anche se dicessi che non me frega niente. >

<Perché non ci può essere cavaliere senza drago.>

Già mentre pronunciava queste parole iniziò la trasformazione. Man mano che i suoi arti si deformavano, il viso diventava il muso del mostro e la pelle della schiena si ritirava o si strappava diventando rossa e spessa e formando l'intelaiatura di grandi ali, l'ombra della donna drago aumentava fino a coprire del tutto USAgent.

 

Florida, Contea di Hillsborough.

 

In un resort esclusivo non lontano da Tampa un’altra Evangeline Whedon, che indossava solo un ridottissimo bikini, rientrò nel suo bungalow. Si guardò attorno: apparentemente non c’era nessuno, ma non poteva escludere che la stessero sorvegliando. Gli agenti federali mandati ad interrogarla sembravano essersi bevuti la storiella che la donna drago che aveva fatto evadere Sabretooth non fosse lei ma qualcuno che l’aveva impersonata. Del resto, se una è in grado di diventare un gigantesco drago rosso, si poteva escludere che fosse anche in grado di imitare l’aspetto di un’avvenente avvocatessa? Tuttavia era meglio essere prudenti. In fondo lei conosceva bene la mentalità paranoica dei Federali, era stata una di loro per qualche tempo.

“Evangeline” sorrise chiudendosi la porta del bungalow alle spalle. Dopotutto non aveva mentito: non era stata lei a far evadere Sabretooth e non era la donna drago… ma non era nemmeno Evangeline Whedon.

La sua forma mutò in un attimo in quella di una donna dai capelli rossi e la pelle blu: la mutante di nome Raven Darkholme, meglio nota come Mystica.

Aveva fatto pochi passi che nella sua mente echeggiò una voce:

>>Raven, sono Emma Frost. È ora di dare corso alla seconda parte del piano.<<

Mystica fece un sogghigno e replicò:

>>Era ora, stavo cominciando ad annoiarmi.<<.

Mezz'ora più tardi, la mutaforma si presentò in divisa militare all'appuntamento con il resto della squadra. Nei pressi della base aerea di MacDill, fuori Tampa, c'erano tutti i convocati: i suoi quattro pupilli - l'intangibile Smoke, l'alato Sparrow, il vampiro energetico Floppy e il mostruoso Razors -, l'illusionista Lady Mastermind, Bolt, padrone dell'elettricità, e l'apparentemente innocuo Hyperstorm.

<Perché hai insistito per organizzare questa missione?> chiese a quest'ultimo l'avvenente Regan Wyngarde, del tutto a proprio agio in un corpetto di pelle nera con pantaloni e stivali aderenti coordinati.

<Perché sono cresciuto in un'epoca in cui le Sentinelle la facevano da padrone, in cui la persecuzione dei mutanti era la norma - ricominciò a spiegare indispettito Jonathan Storm - e per quante vendette mi sia preso su infiniti mondi, non ne avrò mai abbastanza nel far saltare in aria armi nate per sterminarci.>

Il pronipote di Mr. Fantastic aveva negli occhi una rabbia che avrebbe zittito i più. Non aveva tutti i torti: nella base nelle loro mire, sede del Comando Centrale Interforze, avrebbero potuto trovare e neutralizzare un arsenale di armi pensate per fermare i metaumani, forse ivi comprese Sentinelle residue da smantellare dopo l'uso fattone dal Teschio Rosso. [6]

<Bene, benissimo, peccato che non hai poteri e sei utile come una forchetta da brodo.> infierì la

figlia di Mastermind, con una provocazione dettata proprio dal fatto di sapere che l'uomo non poteva nuocerle. In un'altra vita, Jonathan aveva regnato su molti mondi ed era onnipotente; adesso era un semplice umano, braccato da X-Men, Fantastici Quattro e agenzie temporali per i suoi crimini contro i continuum temporali.

<Magneto apprezza le mie doti da stratega. Chi pensi lo stia aiutando a organizzare tutti i fronti su cui sta combattendo la Confraternita? L'intera strategia? Gli eroi di quest'era potranno ostacolarci quanto vogliono, ma per ogni piano B abbiamo approntato un piano C, fino alla zeta... passando per il piano P che ben conoscete.>

<Mi piace questa storia dei piani di riserva.> intervenne Sparrow <È per questo che abbiamo in squadra uno che può disabilitare i congegni elettronici e uno con poteri elettrici, una mutaforma e

un'illusionista, e così via?>

<Esatto.>

<Bando alle ciance. Partiamo con lo step "Cavallo di Troia".>

Raven Darkholme prese in pochi secondi le fattezze di un'avvenente donna dai lunghi capelli biondi, che si premurò di raccogliere sotto un copricapo d'ordinanza. I presenti già sapevano che Mystica stava per impersonare una certa Elizabeth Mace, Maggiore dei Marines ed agente della sicurezza del Pentagono, scelta per l'alta frequenza del suo nome in rapporti riguardanti minacce metaumane.

<Mi prometti un giro di giostra su quella carrozzeria?> commentò maliziosa Smoke.

<Se fai la brava.>

 

L'attesa dell'avanscoperta della mutaforma si attestava tra il spasmodico e il soporifero.
Finalmente la voce imitata del maggiore Mace risuonò nei loro micro-auricolari.
<<Sono dentro. Raggiungetemi>>

-<Alla buon'ora-> commentò Lady Mastermind.

<Su, andate.> li incitò Hyperstorm, pronto a rimanere lì a coordinare l'azione e fare da palo.

Forti della copertura fornita dall'illusionista del gruppo, la squadra di Accoliti entrò a testa alta dall'entrata principale aperta dall'interno da Mystica e seguì la falsa Mace fino all'arsenale.

<Le fonti non mentivano: queste armi possono causarci molti guai. E quelle Sentinelle possono essere riassemblate in un niente.> commentò Floppy, in parte estasiato alla vista di tutta quella tecnologia.

<Possiamo metterci all'opera?> si sfregò gli artigli Razors.

<Sì. come da copione: Razors, Smoke e Sparrow ruberanno armi portatili da usare contro i supereroi, scortati da Lady Mastermind; Bolt e Floppy si occuperanno di distruggere le Sentinelle e il resto dell'arsenale.> ricapitolò Raven.

Christopher Bradley aveva il potere di controllare l'elettricità, come il più noto Electro, mentre Floppy poteva rendere inoperabili congegni elettrici ed elettronici. Insieme, avrebbero avuto vita facile nel distruggere i robot ammazza-mutanti.

Sull'altro fronte, Regan Wyngarde stava dando pieno sfoggio dei suoi poteri per nascondere a tutto il personale della base della devastazione e della ruberia che gli Accoliti stavano portando avanti. Forse, però, non erano all'altezza della situazione, complice l'andirivieni dei materiali rubati.

Le operazioni erano nel loro pieno svolgimento quando Hyperstorm ruppe il silenzio radio.

<<Compagni, come nei peggiori scenari prospettati, avete spiacevole compagnia>>

<Chi?> domandò Mystica a nome di tutti.

<<Sono arrivati gli X-Men>> sentenziò Jonathan Storm, con lo sguardo fisso su Ciclope e il resto della sua squadra in atterraggio sulla base.

 

Oceano  Pacifico

 

Dall’alto Exodus osservava gli scontri in corso sotto di lui. I confratelli e le consorelle che aveva portato con sé stavano facendo un buon lavoro contro gli avversari che avevano incontrato. Magneto aveva avuto ragione nel prevedere un’interferenza da parte di un qualche supergruppo ma Bennett Du Paris non ne era sorpreso. Per quanto lo riguardava, Magneto era il messia dei mutanti ed aveva sempre ragione… tranne che su una cosa: non sarebbe bastata una semplice azione dimostrativa per scuotere gli umani. Ci sarebbe voluta una severa lezione, qualcosa che avrebbero ricordato con terrore per anni e lui gliel’avrebbe data.

 

 

CONTINUA su X-MEN #44.

 

Le Note

 

 

Ed eccoci arrivati al termine di questo secondo capitolo del nostro crossover tra Vendicatori e X-Men.

Finora può esservi sembrato un po' lento ma dal prossimo capitolo l'azione non vi darà respiro, lo promettiamo.

Tornate ancora tra noi per la ripresa dell'usuale programmazione nel prossimo episodio.

 

Carlo, Carmelo, Igor & Mickey

 

1 = Come visto su Gli Incredibili X-Men #38.

2 = Vedi la saga “Legami di sangue

3. = Sempre su Gli Incredibili X-Men #38.

4 = Su Uncanny X-Men Vol. 1° #150

5 = Come  visto su Gli Incredibili X-Men #38.

6 = Vedi Vendicatori #90.